Si muove qualcosa anche nell’approccio di politica monetaria della Banca d’Inghilterra. L’istituto britannico ha lasciato il tasso di interesse di riferimento al minimo storico dello 0,1%, conservando anche il suo programma di acquisto di obbligazioni per 895 miliardi di sterline entro la fine di quest’anno.
Tuttavia – questa è la vera notizia – ha affermato che aumentano le ragioni per procedere a un modesto inasprimento, visto che l’inflazione potrebbe persistere al di sopra del 4% fino al 2022.
A conferma di ciò, due membri della BoE hanno votato per la fine anticipata degli acquisti di titoli di stato, rispetto a uno solo nella riunione di agosto.
Nel frattempo, le aspettative per il livello del PIL del Regno Unito nel terzo trimestre sono state abbassate di quasi l’1% a circa il 2,5% al di sotto del livello pre-Covid. La causa sono i problemi di approvvigionamento delle merci, il balzo del prezzo del gas e le pressioni inflazionistiche diffuse sia nel Paese sia a livello mondiale.
Lo scenario macroeconomico è più impegnativo per il Regno Unito, visto che l’economia è cresciuta di un magro 0,1% a luglio, l’inflazione continua a salire e i sussidi di sostegno termineranno questo mese. Inoltre sia i servizi che la produzione hanno rallentato più del previsto a settembre.
Dopo il meeting della Bank of England, la sterlina è salita al di sopra di 1,37 dollari (GBPUSD), allontanandosi dai minimi di giugno dove si era aggirato nelle ore precedenti, a seguito della riunione della FED che ha dato via libera al tapering.