Il dollaro USA torna a crescere in questo avvio di settimana, poiché le crescenti aspettative di inflazione e i rendimenti obbligazionari più elevati hanno aumentato le aspettative di strette anticipate. Pesa anche – come vedremo – un clima diffuso di avversione al rischio innescato dai dati economici cinesi.
I rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi hanno continuato la tendenza crescente vista nelle ultime settimane. Quelli a 10 anni sono arrivati all’1,6%, su livelli che non si vedevano dall’inizio di giugno. Quelli a 5 anni sono saliti ai livelli più alti da febbraio 2020.
Tutto questo segnala che gli investitori sono convinti che la Federal Reserve si sta preparando anche ad aumentare i tassi di interesse il prossimo anno (Danske Bank addirittura prevede due aumenti nella seconda metà del prossimo anno).
A dare l’impulso a queste aspettative sono anche i nuovi dati economici per l’economia americana, comprese le vendite al dettaglio, che hanno indicato una ripresa economica in corso nonostante la persistente pressione dell’inflazione.
L’indice del dollaro intanto è risalito oltre quota 94, dopo che settimana scorsa era giunto al massimo da settembre 2020 di 94,56.
Il cambio con l’euro (EURUSD) si trova nuovamente sotto la soglia di 1,16.
Il biglietto verde beneficia di un clima generale di avversione al rischio, specialmente dopo che nuovi dati hanno mostrato che l’economia cinese ha rallentato più del previsto nel terzo trimestre.
La crescita della Cina ha infatti toccato il ritmo più lento dell’anno nel terzo trimestre, perché la crisi energetica ha ostacolato la produzione industriale.