Dopo aver toccato i minimi di un mese nelle prime ore di negoziazione settimanali, il dollaro si è rialzato e l’indice del biglietto verde è risalito oltre 93,8.
La spinta alla valuta a stelle e strisce è arrivata dalla tonicità dei rendimenti dei titoli del Tesoro, che rimangono vicini ai massimi di 5 mesi (toccati verso quota 1,70%), perché gli operatori continuano a scommettere su una Fed più aggressiva.
Venerdì scorso durante una tavola rotonda, il presidente della banca centrale americana Powell ha ribadito che la Fed inizierà presto a tagliare gli stimoli, pur rimanendo paziente sull’aumento dei tassi di interesse.
Le sue osservazioni hanno rafforzato le speculazioni secondo cui altre banche centrali potrebbero alzare i tassi prima della Fed, e per questo motivo nelle prime ore di oggi il Dollar Index (DXY) era scivolato sui minimi di un mese, testando il supporto a 93,5.
Tuttavia i mercati hanno notato che Powell ha riconosciuto il rischio di inflazione, che potrebbe spingere i rendimenti più in alto e sostenere il dollaro.
Finora la spinta al biglietto verde da parte dei rendimenti statunitensi, è stata smorzata da un miglioramento della propensione al rischio degli investitori globali.
Nel frattempo i risultati societari negli Stati Uniti rimangono solidi, nonostante i timori di inflazione, indicando una ripresa economica sostenuta.
Nei prossimi giorni i dati sulla crescita del PIL per il terzo trimestre saranno sotto i riflettori, ma gli investitori terranno d’occhio anche le decisioni di politica monetaria della BCE, della BoJ e della BoC.