Dati su crescita e inflazione continuano a lasciare l’euro avvolto nella debolezza. La valuta unica si aggira ancora sui minimi di 16 mesi rispetto al dollaro appena sopra 1,130, ma in mattinata era arrivata anche a 1,126.
Questa mattina Eurostat ha confermato il balzo dei prezzi a +4,1% a ottobre, sui massimi di 13 anni (in aumento dal 3,4% di settembre). Il dato è in linea con le stime preliminari. Il blocco continua a combattere l’aumento dei costi energetici mentre persistono carenze di approvvigionamento.
Per quanto riguarda la crescita, i dati hanno mostrato che l’Area Euro è rimbalzata del 2,2% nel terzo trimestre, dopo una crescita del 2,1% nel periodo precedente e in linea con le stime iniziali.
Sulla ripresa del Vecchio Continente pesa il rialzo dei contagi da coronavirus, con numeri in crescita anche in Italia e timori di possibili nuove restrizioni.
Austria e Paesi Bassi hanno ad esempio annunciato misure di blocco, ma anche la Germania dovrebbe incontrarsi la prossima settimana per discutere le misure di inasprimento.
La valuta comune è stata ulteriormente appesantita da un dollaro ancora più forte (il dollar -index su quota 96), poiché i dati economici forti e l’inflazione calda rafforzano le ragioni per un rialzo anticipato dei tassi della Federal Reserve.
Su questo versante invece la BCE mantiene una impostazione accomodante, dopo che la presidente Lagarde ha affermato che l’inasprimento della politica monetaria per frenare l’inflazione potrebbe soffocare la ripresa dell’eurozona. Inoltre la Eurotower – tramite il report sulla stabilità finanziaria – teme correzioni sulle “sacche di esuberanza” che si sono verificate sui mercati.