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Omicron, petrolio e FED spingono l’USD-CAD verso i massimi di 10 mesi

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Il cambio USDCAD sale intorno a 1,283, avvicinandosi al livello 1,2849 raggiunto a inizio febbraio

I rischi connessi alla diffusione di Omicron e l’andamento del petrolio, hanno messo la zavorra al dollaro canadese, che si riporta nell’orbita dei minimi di 10 mesi contro l’USD.

I tanti dubbi che avvolgono la nuova variante del Covid, che intanto entra ufficialmente anche negli USA, creano molti timori sul mercato perché minacciano la ripresa.
Non dà sostegno alla valuta canadese neppure il petrolio, una delle principali esportazioni del Paese, che rimane sui 66 dollari al barile dopo il meeting OPCE+. I produttori hanno confermato il programma originario di aumento graduale dell’output.

Allo stesso tempo, sull’andamento della valuta canadese si riflettono anche le parole del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che di fatto hanno aumentato le aspettative di un più rapido aumento dei tassi negli Stati Uniti.
Powell ha infatti ribadito mercoledì che i responsabili delle politiche discuteranno una fine anticipata del programma di acquisto di obbligazioni della banca centrale nella prossima riunione.

Il cambio USDCAD sale così intorno a 1,283, avvicinandosi al minimo di 10 mesi di 1,2849 raggiunto a inizio febbraio.
Nel frattempo, i dati economici canadesi hanno ammortizzato ulteriori perdite, poiché hanno mostrato che la produzione continua ad espandersi a un ritmo solido nonostante i colli di bottiglia dell’offerta. Il PMI manifatturiero in Canada è sceso a 57,2 a novembre da 57,7 del mese precedente, ben al di sopra di 50.

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