Nonostante l’aumento record dell’inflazione, la BCE non regala colpi di scena, eppure l’euro corre sui commenti più da “falco” della Lagarde.
Nel meeting di febbraio la Banca centrale europea lascia i tassi d’interesse fermi a zero. Vengono confermati anche il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.
Anche per quanto riguarda il programma pandemico (PEPP), la Eurotower conferma quanto detto a dicembre: il programma terminerà a marzo e fino ad allora proseguirà ad un ritmo inferiore. La BCE intende reinvestire il capitale che arriverà a scadenza almeno fino al 2024.
Inoltre – si legge in una nota – “la futura riduzione del portafoglio del Pepp sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria” e “in condizioni di tensione, la flessibilità rimarrà un elemento della politica monetaria“.
La conferma della politica monetaria arriva all’indomani dei dati sui prezzi, che hanno mostrato che l’inflazione dell’Area Euro ha continuato a crescere per il 7° mese consecutivo, fino a raggiungere un nuovo massimo record del 5,1% il mese scorso, superando significativamente le aspettative del 4,4%.
I responsabili politici hanno osservato che l’inflazione è sufficientemente avanzata per stabilizzarsi all’obiettivo del 2% a medio termine, sebbene possa anche implicare un periodo transitorio in cui i prezzi sono moderatamente al di sopra dell’obiettivo.
L’euro è salito con decisione fino a 1,14 dollari, ben lontano dal minimo di 20 mesi di 1,11 dollari toccato all’inizio di questa settimana.
A spingere la valuta unica non è stata la mossa della BCE, quanto i commenti successivi. In conferenza stampa, il presidente della BCE Lagarde ha affermato che verrà valutato tutto (quindi anche l’aumento dei tassi), a partire dalle nuove previsioni di marzo. “Saremo graduali in qualsiasi decisione prenderemo“.