Gli ultimi sviluppi della crisi in Ucraina hanno attenuato in parte i timori dei mercati, e spento (almeno temporaneamente) l’appetito verso i rifugi sicuri.
La notizia su un possibile dialogo tra Russia e Ucraina aveva leggermente calmato il nervosismo degli investitori, anche se le battaglie continuano e hanno raggiunto Kiev.
Sui mercati intanto si affaccia la convinzione che la Fed potrebbe approcciare in modo più morbido al rialzo dei tassi, evitando uno strappo di 50 punti base nella riunione di marzo, anche se le pressioni inflazionistiche persistono.
L’indice dei prezzi Core PCE, l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve, è aumentato del 5,2% rispetto a un anno fa, il massimo dall’aprile del 1983 e leggermente superiore alle aspettative del mercato del 5,1%.
Sul mercato valutario il Dollar Index è sceso al di sotto di 96,8, dopo aver toccato il massimo di 20 mesi ieri a 97,7.
Risale il cambio EURUSD, che si riporta sopra 1,125.
Intanto il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni di riferimento è salito nuovamente sopra il 2%.