L’euro continua a patire l’evoluzione degli scenari in Ucraina. La valuta unica continua ad aggirarsi attorno ai minimi di due anni contro il dollaro, per via dei timori delle conseguenze del conflitto sulle prospettive di ripresa della Eurozona.
Come vediamo sul broker , la settimana scorsa c’è stato il nuovo taglio della Ema50 (chiaro segnale ribassista), e da allora in avanti il cambio è andato in picchiata.
Chi sperava nell’inversione del trend discendente in corso da mesi è rimasto deluso. Anzi, adesso va tenuto d’occhio il supporto psicologico a quota 1,10, al quale il cambio è sempre più vicino.
Ad appesantire l’euro c’è il fatto che la guerra probabilmente farà svanire del tutto le speranze che l’inflazione possa raggiungere il picco nella prima parte del 2022, come si auspicava stessa BCE.
Oggi sono stati pubblicati i verbali della riunione di politica monetaria di febbraio, avvenuta prima dello scoppio della guerra in Ucraina.
Pur essendo timorosi che l’inflazione sarebbe rimasta elevata più a lungo del previsto, alcuni funzionari erano addirittura convinti che ci fosse il rischio di tardare troppo l’inasprimento della politica monetaria.
Chiaramente, la guerra ha mandato in frantumi ogni scenario programmatico della BCE.