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BCE: tassi fermi, QE verso la fine e stretta in arrivo. L’EUR-USD perde quota

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L’istituto centrale per adesso lascia i tassi d’interesse fermi, ma avverte che la normalizzazione della politica monetaria è necessaria per via dell’inflazione

La guerra in Ucraina è un “momento spartiacque” per l’Europa, ma la BCE ritiene di dover comunque andare avanti nella sua missione di contenere l’inflazione, perché si tratta di un “processo di normalizzazione” e non di un inasprimento (lo ha detto Lagarde).

L’istituto centrale per adesso lascia i tassi d’interesse fermi: quello principale resta a 0, il tasso sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali a 0,25%, aggiungendo che farà quello che è necessario a sostegno dell’economia, incluso il sostegno della liquidità.
Ma la Bce continua a vedere il rialzo dei tassi all’orizzonte. Ammette infatti che la stretta potrebbe arrivare “un certo periodo di tempo dopo la fine degli acquisti netti con il programma App, e sarà graduale.
Intanto annuncia la chiusura del QE nel terzo trimestre, mentre gli acquisti del programma PEPP termineranno a marzo.

Dopo il meeting della BCE, anche alla luce del nulla di fatto nel meeting tra i ministro di Esteri (il russo Lavrov e l’ucraino Kuleba), l’euro è tornato a perdere quota.
Come vediamo sul broker , il balzo avvenuto nella giornata di mercoledì è stato in parte riassorbito, e il cambio scende di nuovo in orbita 1,10. Nei giorni scorsi era giunto sul minimo da aprile 2020.

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Senza dubbio la guerra è un fattore che inciderà sul futuro. La BCE ammette che i rischi economici per l’area euro “sono saliti considerevolmente, di conseguenza le previsioni macroeconomiche rischiano di essere riviste al ribasso.

La ripresa potrebbe essere più lenta del previsto, e intanto la crescita è già corretta al ribasso al 3,7% per quest’anno (dal 4,2% indicato a dicembre), al 2,8% per il 2023 (da 2,9%) e confermato un +1,6% per il 2023.
Le previsioni sull’inflazione balzano verso l’alto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Viene indicato 4,1% per quest’anno (in precedenza 3,2%), seguito da un 2,1% e 1,9% per i due anni successivi (contro 1,8% e 1,8% dello scorso dicembre). L’Inflazione “potrebbe essere considerevolmente più alta nel breve termine“, ha avvertito la presidente della Bce Christine Lagarde.

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