Nel meeting di marzo, la Bank of England ha proceduto alla terza stretta consecutiva. La BoE ha infatti alzato il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo allo 0,75%. Con questa mossa, il costo del denaro torna ai livelli pre-Covid.
Il voto non è stato unanime, visto che un membro del board avrebbe voluto lasciare i tassi fermi.
A guidare la mossa della BoE c’è l’attuale valutazione della situazione economica, alla luce della guerra in Ucraina. Il conflitto dovrebbe infatti accentuare sia il picco dell’inflazione sia l’impatto negativo sull’attività, intensificando la compressione sui redditi delle famiglie.
L’inflazione dovrebbe aumentare a circa l’8% nel secondo trimestre del 2022 (circa 1 punto percentuale in più rispetto alle attese di febbraio), e forse anche di più entro la fine dell’anno.
Tuttavia, nel complesso il tono da falco della banca centrale si è attenuato. I funzionari hanno infatti affermato che un ulteriore inasprimento della politica ‘potrebbe essere‘ appropriato nei prossimi mesi, mentre il mese scorso si diceva ‘essere probabile‘.
Dopo la riunione della Bank of England, la sterlina ha avuto un po’ di sussulti.
Il cambio ha dapprima invertito i precedenti guadagni per negoziare leggermente al ribasso a 1,31, poi ha ripreso nuovamente quota per arrivare sui 1,316 sulle speranze che i negoziati in corso in Ucraina possano porre fine alla guerra.