L’atteso dato sul lavoro Usa – Non Farm Payrolls – conferma lo stato di salute molto tonico del mercato del lavoro americano e aumenta le possibilità che la FED possa essere più aggressiva sul fronte dei tassi si intensifica. Questo dà una piccola spinta al dollaro.
Il Dollar Index sale infatti a 98,6 dopo il rapporto sul lavoro.
Va ricordato che all’inizio di questa settimana, i prezzi core PCE (l’indicatore di inflazione preferito dalla banca centrale) sono saliti al tasso più veloce in quasi quattro decenni.
Il biglietto verde ha anche beneficiato dei flussi verso i rifugi sicuri, poiché i colloqui di pace tra Russia e Ucraina sembrano essersi bloccati.
L’economia statunitense ha aggiunto 431.000 buste paga a marzo, dopo un aumento sorprendentemente alto di 678.000 a febbraio (dato rivisto nettamente al rialzo a 750.000). Il dato è leggermente al di sotto delle previsioni di mercato di 490.000.
L’occupazione è inferiore di 1,6 milioni (1%) rispetto al livello pre-pandemia del febbraio 2020, ma la completa ripresa potrebbe avvenire nei prossimi mesi se si manterrà l’attuale ritmo di crescita dell’occupazione.
Il tasso di disoccupazione è sceso al 3,6% dal 3,8% del mese precedente, il più basso da febbraio 2020 e al di sotto delle aspettative del mercato del 3,7%.
Il numero dei disoccupati è diminuito di 318 mila a 5.952 milioni.
La retribuzione oraria media è aumentata di 13 centesimi, ovvero dello 0,4% a 31,73 dollari a marzo 2022, dopo un aumento dello 0,1% rivisto al rialzo a febbraio e in linea con le previsioni di mercato.
Intanto il rendimento del Tesoro a 10 anni di riferimento è salito al 2,44%, avvicinandosi al massimo di quasi tre anni del 2,56% raggiunto all’inizio di questa settimana.