I verbali della BCE non risollevano l’euro, che rimane sui minimi di 22 mesi rispetto al dollaro Usd. La banca centrale infatti continua a mantenere un atteggiamento cauto riguardo alla manovra dei tassi di interesse.
La Eurotower ha diffuso i contenuti della riunione avvenuta a marzo, nella quale i policy maker hanno sottolineato come lo shock provocato dalla guerra non necessariamente spingerà l’economia dell’Eurzona verso la stagflazione, anche perché “l’economia dell’area euro entra in questa nuova crisi con fondamentali migliori rispetto a marzo 2020“.
Ad ogni modo, “il rischio economico più importante e imminente della guerra è se i prezzi dell’energia e delle materie prime continueranno ad aumentare“.
Riguardo al rialzo dei tassi, la BCE continua a pensare che “non dovrebbe esserci automatismo nelle decisioni“. In sostanza non è detto che una volta chiuso il piano acquisto titoli verrà subito avviato il percorso di strette monetarie.
La BCE ritiene infatti di dover “mantenere la flessibilità e l’opzionalità, fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sull’impatto della guerra Russia-Ucraina sulle prospettive di inflazione a medio termine“.
Questa divergenza di approccio rispetto alla FED (le cui minuti rese note mercoledì hanno evidenziato una maggiore aggressività), sta penalizzando la valuta unica rispetto al dollaro. Il cambio EURUSD è sceso di nuovo sotto 1,09, sul minimo di circa 2 anni.
Sull’euro pesa anche l’impatto economico che le sanzioni contro Mosca avranno sul Vecchio Continente, ma anche l’attesa per l’esito delle elezioni presidenziali in Francia, dove domenica si voterà al primo turno.