Le mosse preannunciate dalla Federal Reserve e le incertezze geopolitiche ed economiche spingono il “superdollaro”, che manda le altre valute al tappeto.
La decisione della FED di diventare più aggressiva sul fronte dei tassi sta spingendo il biglietto verde da diversi giorni. Dopo le parole di Powell, ormai i mercati sono sicuri che a maggio ci sarà una stretta di 50 punti base.
Insieme agli aumenti dei tassi, la Fed dovrebbe anche iniziare a ridurre presto il suo massiccio bilancio, che consiste in circa 9 trilioni di dollari di titoli del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca.
Come se non bastasse, gli investitori stanno cercando un safe haven contro le incertezze economiche e geopolitiche, alimentate non solo dalla guerra in Ucraina ma anche dalla recrudescenza del Covid, che ha costretto le autorità cinesi a prendere delle misure di contenimento drastiche. Misure che incideranno sulla crescita dell’economia cinese.
Il Dollar Index ha così esteso il suo rally, arrivando a nuovi massimi da 2 anni, superando quota 101,7 punti.
L’euro-dollaro si è indebolito al di sotto di 1,07, aggiornando il minimi di due anni. Neppure la rielezione di Macron ha dato slancio alla valuta unica.
Rispetto al superdollaro, anche il franco svizzero è sceso al minimo di 22 mesi (USDCHF a 0,96), anche perché la BNS non ha mostrato piani per deviare dalla sua politica monetaria estremamente espansiva.
Anche la sterlina scende sul minimo di 19 mesi rispetto al biglietto verde (GBPUSD), appesantito da dati economici scarsi e aspettative meno aggressive della Banca d’Inghilterra.
