Anche la nuova settimana parte senza slancio per l’euro, che passa di mano a circa 1,04 dollari (EURUSD). La valuta unica rimane sopra il minimo di 5 anni di $ 1,035 raggiunto la scorsa settimana, ma questo non attenua la fase di debolezza che sta vivendo.
La valuta unica rimane sotto pressione da quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha aggravato la crisi energetica e alimentato i problemi delle catene di approvviggionamento.
Lo ha sottolineato la Commissione europea, che oggi ha ridotto la sua previsione di crescita per l’Eurozona al 2,7% quest’anno, rispetto al 4,0% previsto a febbraio. Ha contemporaneamente aumentato la sua proiezione di inflazione al 6,1% quest’anno e al 2,7% nel 2023, ben al di sopra dell’obiettivo della Banca centrale europea del 2,0%.
Gli investitori si aspettano attualmente che la BCE aumenti i tassi di 25 punti base sia a luglio che a settembre, mentre la Fed ha già aumentato i tassi due volte per un totale di 75 punti base.
Intanto cresce la preoccupazione per la crescita negli Usa e in Cina, dopo i dati sull’attività manifatturiera nello Stato di New York mentre Pechino ha registrato un forte calo delle vendite al dettaglio e della produzione industriale per effetto dei lockdown.