I mercati si aspettavano un aumento di 25 punti base del tasso di interesse, ma la Reserve Bank of Australia ha sorpreso tutti aumentando il costo del denaro di 50 pb, portandolo allo 0,85%.
Erano ben 12 anni che la RBA non effettuava due strette consecutive.
Secondo il board della RBA non è più necessario fornire un enorme sostegno monetario, vista la forza dell’economia australiana e le attuali pressioni inflazionistiche. Inoltre il mercato del lavoro è forte, visto che l’occupazione è cresciuta e il tasso di disoccupazione è al livello più basso da quasi 50 anni.
Per questi motivi i policy makers australiani preannunciano un ulteriore inasprimento, con dimensioni e tempi che dipenderanno dalle prospettive per l’inflazione e il mercato del lavoro. Tuttavia, viene posta attenzione alle prospettive globali, che rimangono offuscate dalla guerra in Ucraina e dai suoi effetti sui prezzi dell’energia e delle materie prime.
La mossa della RBA ha spinto il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni sul massimo mensile del 3,554%.
Sul fronte valutario, l’Aussie Dollar è dapprima balzato sopra 0,72 contro il dollaro americano (), ma poi ha invertito la rotta bruciando tutto il terreno guadagnato.
Gli investitori infatti si sono messi in posizione di attesa, perché è in arrivo il dato sull’inflazione statunitense questa settimana, che potrebbe rafforzare le argomentazioni per aumenti aggressivi dei tassi da parte della Federal Reserve.
