L’indice del dollaro, che misura l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di valute principali, sfonda il muro dei 105 per la prima volta dopo quasi vent’anni.
La ferma posizione da “falco” della Federal Reserve e l’escalation dei rischi di recessione globale, spingono gli investitori lontano dagli asset più rischiosi e li dirottano verso l’asset rifugio di ultima istanza, ossia il biglietto verde.
Diversi politici della Fed, tra cui il presidente Jerome Powell, hanno indicato un forte impegno a ridurre l’inflazione anche a rischio compromettere la crescita economica. E questo può significare anche recessione. La banca centrale USA si appresta a effettuare un altro aumento del tasso di 75 punti base a luglio.
Crolla invece l’euro, che oggi digerisce il dato sull’inflazione annuo che sale a un nuovo massimo storico dell’8,6% a giugno del 2022, al di sopra delle aspettative.
Il divario di politica monetaria tra la BCE e la Federal Reserve statunitense spinge l’Euro-Dollaro sotto 1,04 (), tornando in prossimità del minimo quinquennale di $ 1,035 toccato a maggio.
La crisi energetica in Europa ha offuscato ulteriormente le prospettive di crescita nell’Eurozona, rendendo difficile il compito della BCE di domare livelli record di inflazione.
Rispetto al dollaro, le valute che perdono maggiore terreno sono la sterlina (), che è scesa al minimo da oltre due anni contro il biglietto verde, e le valute sensibili al rischio come il dollaro australiano () e quello neozelandese (). Perdono tutte oltre un punto percentuale.