Avanzano sempre più forti i timori di una recessione, e mentre le Borse sprofondano chi corre spedito è il dollaro USD, che viene visto come l’ultimo rifugio sicuro dove andare a tuffarsi.
L’indice del biglietto verde è schizzato sui massimi di novembre 2022 oltre quota 106,5, mentre la Fed è destinata a continuare la sua rapida stretta monetaria per domare l’inflazione e dovrebbe aumentare il tasso sui fondi federali di 50 pb o 75 pb questo mese.
Gli investitori ora attendono il rilascio dei verbali del FOMC domani per ulteriori indizi sull’entità dell’aumento dei tassi di questo mese, mentre il rapporto NFP in uscita venerdì mostrerà lo stato di salute del mercato del lavoro.
Il pessimismo riguardo alla recessione si avverte specialmente in Europa, e proprio i segnali di rallentamento dell’economia europea (soprattutto gli ultimi dati diffusi da Francia e Germania) potrebbero spingere la Bce a una politica meno aggressiva sui tassi.
In sostanza, si amplierebbe la divergenza rispetto alla FED, a tutto danno dell’euro. La valuta unica così finisce ai minimi degli ultimi venti anni verso quota 1,025.
