Le dimissioni di Boris Johnson danno slancio alla sterlina britannica, che risale verso 1,2 rispetto al dollaro (GBPUSD) e guadagna terreno rispetto alla maggior parte delle altre valute.
Il primo ministro si è dimesso dopo che diversi membri del gabinetto avevano a loro volta abbandonato.
Johnson resterà in carica finché non sarà scelto un nuovo leader del partito Conservatore, che andrà anche a ricoprire la carica di premier. Ma questo presumibilmente accadrà solo in autunno.
Adesso si apre una fase di incertezza politica, che porterà il Regno Unito ad avere il quarto leader in soli sei anni.
Anche se le turbolenze politiche aggravano l’incertezza sulle prospettive economiche del paese, la sterlina benefica dell’ottimismo sul fatto che il prossimo governo taglierà rapidamente le tasse, aumenterà la spesa per stimolare la crescita e migliorerà le relazioni con l’UE.
Tuttavia, diversi analisti ritengono che sia improbabile che un nuovo premier possa cambiare radicalmente rotta, visto che ci saranno le elezioni nel 2024.
Va aggiunto però che la sterlina, in media, è salita del +2,6% nel primo anno di insediamento degli ultimi cinque primi ministri.
Ricordiamo che la sterlina è in costante calo dal maggio del 2021, mentre incombono i rischi di recessione e gli investitori dubitano che la BoE sarà in grado di controllare l’inflazione senza danneggiare l’economia.
La banca centrale ha già alzato i tassi di interesse di 115 punti percentuali, ma l’inflazione non mostra segnali di cedimento e le famiglie britanniche probabilmente diventeranno più tese nei prossimi mesi.