La corsa dell’inflazione e la prospettiva di una FED molto aggressiva, spinge la Bank of Canada a fare un passo che non si vedeva dal 1998.
L’istituto centrale canadese ha infatti alzato il costo del denaro di 100 punti base, portandolo al 2,5%. Gli analisti si aspettavano un aumento già di per sé molto forte, 75 pb.
La Bank of Canada inoltre anticipa che aumenterà ulteriormente i tassi di interesse nelle riunioni in arrivo per frenare l’aumento dell’inflazione, che secondo i politici rischia di radicarsi.
Il comitato di politica monetaria ha osservato che l’inflazione è diventata più persistente di quanto la Banca si aspettasse, e probabilmente rimarrà intorno all’8% nei prossimi mesi, ossia quasi quattro volte l’obiettivo del 2 per cento della banca centrale.
La stretta vigorosa della BoC dà una spinta forte al dollaro canadese: il cambio USDCAD scende sotto 1,30, rimbalzando dal massimo di 19 mesi di 1,31 toccato all’inizio del mese.
La decisione della banca centrale arriva tra le crescenti preoccupazioni di una recessione in Europa e Nord America, con l’aumento dei tassi della banca centrale e l’aumento dei costi energetici che dovrebbero intaccare la crescita. La scorsa settimana, RBC è stata la prima banca canadese a dichiarare di aspettarsi una recessione in Canada nel 2023.
La BoC ha pure ridotto le previsioni di crescita per il 2022 e il 2023, affermando che condizioni finanziarie più rigide raffredderanno la domanda repressa.
Intanto gli ultimi dati sul lavoro hanno indicato un tasso di disoccupazione molto basso, mentre le uscite volontarie dal mercato del lavoro hanno minimizzato gli inaspettati tagli di posti di lavoro in Canada.