Dopo il dato sull’inflazione di ieri, il dollaro ha ripreso a correre forte, arrivando ad aggiornare nuovamente i massimi di 20 anni.
L’ultimo report sui prezzi ha mostrato che il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è aumentato del 9,1% a giugno, il livello più alto dal 1981. Ha superato le aspettative dell’8,8%.
Un altro report ha mostrato un aumento maggiore del previsto anche dei prezzi alla produzione, soprattutto per via dell’aumento dei prezzi della benzina.
Questi dati rafforzano le ragioni per aumenti dei tassi della Fed più elevati e più rapidi.
Addirittura il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto che in teoria non si può neppure escludere la possibilità di una stretta di un intero punto percentuale. Se così fosse, sarebbe il più grande aumento da quando la FED ha iniziato manovrare i tassi per condurre la politica monetaria, all’inizio degli anni ’90.
La sua collega di Cleveland, Loretta Mester, ha invece affermato che ‘non eiste motivo‘ per una stretta ingferiore ai 75 punti base.
Le aspettative di un inasprimento della politica della Federal Reserve hanno spinto il oltre quota 109 (Il DXY è salito di oltre il 13% quest’anno).
Il cambio con l’euro si è nuovamente affacciato sotto la parità, mentre il biglietto verde sullo yen () sale sopra quota 139 per la prima volta dal 1998.