L’inflazione britannica cresce oltre le stime e aumenta la pressione sula Bank of England, che potrebbe presto varare un inasprimento ancora più aggressivo.
L’indice dei prezzi al consumo ha segnato un rialzo annuo del 9,4%, a fronte di una previsione di +9,3% e di un rialzo precedente del 9,1%. Si tratta del nuovo massimo dal 1982.
Su base mensile il progresso è stato dello 0,8%, contro il +0,7% atteso e registrato in maggio.
La maggiore pressione sui prezzi è venuta dal costo dei carburanti, che è aumentato a un record del 42,3%.
La corsa dell’inflazione sta spingendo gli investitori a considerare che potrebbe esserci un inasprimento più aggressivo da parte della Banca d’Inghilterra. La BoE ha già alzato i tassi di 115 punti percentuali, ma l’inflazione non mostra segnali di picco.
Il governatore della BoE Andrew Bailey ha aperto le porte a un aumento di 50 punti base ad agosto, che sarebbe il più grande dal 1995, affermando che la banca rimane pienamente impegnata a ridurre l’inflazione all’obiettivo della banca centrale del 2%.
Questo slancio ha inizialmente spinto la sterlina britannica a un massimo di oltre una settimana di $ 1,20 (GBPUSD), estendendo i guadagni per la terza sessione di fila.
Tuttavia, la valuta britannica rimane non molto distante dal minimo da oltre 2 anni toccato settimana scorsa a $ 1,176, appesantita anche dall’incertezza politica dopo le dimissioni di Boris Johnson da leader del Partito conservatore britannico e primo ministro del Paese.