La vigilia del meeting BCE, che domani alzerà i tassi dopo oltre un decennio, viene anche agitata dalle notizie in arrivo dall’Italia. La crisi del governo Draghi ha spinto gli investitori ad essere molto cauti, e questo spiega l’andamento moscio del listini, con l’eccezione di Milano che è andato in netto calo.
Pesa anche la crisi energetica. La Commissione Ue ha invitato gli Stati membri a una riduzione del consumo di gas del 15%, a causa di un “probabile” stop del gas russo.
Piazza Affari chiude in calo dell’1,6% con i timori su Draghi. L’indice scende a 21.348 punti
Nel clima cupo di Milano, viaggi in netta controtendenza St (+2,2%), grazie alla spinta del Nasdaq legata alle previsioni sopra le attese di Netflix.
Bene anche DiaSorin (+1,55%) e Telecom Italia (+0,79%).
Rosso per le banche, soprattutto Sanpaolo (-3,5%) e UniCredit (-2,8%).
Le più forti vendite però riguardano Italgas, che ha terminato le contrattazioni a -4,18%. Malissimo anche Saipem, -3,89%.
Tra i mercati del Vecchio Continente, a Francoforte il segna -0,2%. Ribasso anche per Londra, -0,39% e Parigi, -0,27%.
Wall Street avanza con decisione. Lo segna +0,59%, il +0,15% mentre il +1,58%.