La corsa dell’inflazione spinge la BCE ad un passo importante, malgrado l’economia della Eurozona non sia solidissima. La BCE ha infatti alzato di 50 punti base i suoi tassi di interesse chiave. Si tratta del primo aumento dal 2011, nonché una stretta superiore ai 25 punti base attesi dal mercato.
Il tasso di rifinanziamento principale è ora allo 0,5%, il tasso sui depositi a zero e il tasso sui prestiti marginali a 0,75%.
Contestualmente è stato approvato il Transmission Protection Instrument (TPI), più conosciuto con il nome di scudo anti-spread.
La banca centrale si era inizialmente impegnata in un rialzo dei tassi di 25 pb nella riunione di giugno, ma il rally dei prezzi continua a superare le aspettative, così i policy makers hanno ritenuto opportuno fare un passo più ampio.
La banca centrale ha anche affermato che un’ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse sarà appropriata nelle prossime riunioni.
La decisione della BCE ha consentito all’euro di risalire fino a 1,026 sul dollaro (), il livello più alto in due settimane.
Un’ulteriore spinta è giunta dalla ripresa dei flussi sul gasdotto Nord Stream 1, dopo il break di diversi giorni per lavori stagionali.
La scorsa settimana la valuta comune è scesa al di sotto della parità per la prima volta in 20 anni, a causa dei timori che la crisi energetica potrebbe mandare l’Europa in una profonda recessione e rendere più difficile per la BCE un inasprimento della politica monetaria.