Brusco passo indietro dell’euro, che torna ad avvicinarsi alla soglia di 1,01 rispetto al dollaro ma perde quota anche rispetto alla sterlina (EURGBP -0.76%) e soprattutto il Franco Svizzero (EURCHF -1,1%).
Il Vecchio continente torna a fare i conti con la paura della recessione, anche perché la crisi energetica pesa sull’umore degli investitori.
Gazprom ha annunciato che ridurrà ulteriormente i flussi attraverso il gasdotto Nord Stream a causa della manutenzione, fornendo solo il 20% della sua capacità. Questo mette a rischio gli obiettivi europei di riempire l’80% della capacità di stoccaggio prima della prossima stagione invernale.
Intanto i 27 Paesi Ue hanno deciso per un taglio del gas del 15% da attuare volontariamente a partire dal primo agosto fino al 31 marzo prossimo (diventa obbligatorio nel momento in cui il Consiglio a maggioranza qualificata decreterà lo stato di allerta su richiesta della Commissione Ue o di 5 Stati membri).
Ieri l’umore era già stato reso pesante dai deboli dati PMI, che mostrano un’economia che è destinata a contrarsi a luglio, con il calo più marcato registrato in Germania (dove di recente l’Ifo ha mostrato che l’economia è sull’orlo di una recessione) e il ritmo di espansione più debole degli ultimi 16 mesi in Francia.
L’effetto positivo innescato dalla stretta della BCE sembra quindi essersi esaurito, mentre mercoledì tocca alla Federal Reserve annunciare una nuova stretta sui tassi di interesse. Intanto l’indice del dollaro ha riguadagnato terreno sopra la soglia dei 107.