Dopo aver alzato il costo del denaro a luglio, la Bank of Korea effettua una nuova stretta. L’istituto centrale di Seul infatti ha alzato il tasso base di 25 pb, portandolo al 2,5%.
Si tratta del settimo aumento degli oneri finanziari da quando la BoK ha alzato per la prima volta il tasso di riferimento nell’agosto 2021.
La banca centrale cerca di prevenire deflussi di capitali, che si potrebbero innescare a causa delle strette effettuate dalla banca centrale degli Stati Uniti.
L’aumento dei tassi serve a contrastare le persistenti pressioni inflazionistiche, acnhe perché le aspettative di inflazione rimangono elevate. I responsabili politici hanno stimato che il tasso di inflazione del paese raggiungerà il 5,2% quest’anno, il livello più alto dal 1998. Rispetto alle loro precedenti proiezioni del 4,5% realizzato a maggio.
Il governatore Rhee Chang-yong ha affermato che la lotta all’inflazione rimane la priorità della banca, ma ha avvertito che la strategia potrebbe essere rivista se la crescita dovesse indebolirsi drasticamente.
La stretta della BoK serve a dare un po’ di sollievo allo Won coreano, che comunque rimane oltre la soglia dei 1.300 dollari (), che è stata superata poche settimane fa per la prima volta dalla grande recessione del 2008-2009.
L’ultimo impulso ribassista è legato alla contrazione più grande del previsto della Cina, il principale partner commerciale della Corea del Sud.
Nel frattempo, il PIL 2022 dovrebbe crescere del 2,6%, rispetto alle precedenti previsioni del 2,7%, a causa di un rallentamento delle esportazioni. Nel 2023, l’espansione dell’economia dovrebbe essere molto più lenta del 2,1%.
Questa mattina è stato reso noto anche il dato sui prezzi alla produzione in Corea del Sud, che sono aumentati del 9,2% su base annua, frenando rispetto al +10% rivisto al rialzo nel mese precedente.
