La corsa del dollaro ha ripreso vigore dopo le parole di Powell. Ne fa le spese anche il dollaro australiano, che scivola sotto i livelli dell’ultimo mese.
Parlando a Jackson Hole, il numero uno della FED ha chiarito che le intenzioni della banca centrale sono di combattere l’inflazione, anche se questo penalizzerà l’economia. Ciò significa che esiste ancora la concreta possibilità che la FED alzi i tassi di 75 punti base a settembre, mentre in precedenza si era dato come assai probabile un aumento più contenuto di 50 pb.
La valuta statunitense ha così preso a marciare forte, mentre le altre sono finite sotto pressione.
Il cambio con il dollaro australiano () è così scivolato a 0,684, sui livelli più bassi da oltre un mese.
Occhio alla formazione del pattern “testa e spalle”, come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento .
Il cambio si è anche indebolito anche dopo che le vendite al dettaglio australiane hanno superato le aspettative a luglio, nonostante le pressioni sul costo della vita.
Sono infatti aumentate dell’1,3% rispetto a giugno, accelerando al ritmo più veloce degli ultimi quattro mesi e superando una previsione di crescita dello 0,3%.
Sul fronte della politica monetaria, i mercati stanno attualmente scommettendo che la Reserve Bank of Australia effettuerà un altro aumento del tasso di 50 punti base a settembre e che i tassi raggiungeranno un picco di circa il 3,85% nella prima metà del 2023. La RBA ha alzato il tasso di riferimento ogni mese da maggio, aumentando i tassi di interesse complessivamente di 175 punti base all’1,85%.