Dopo settimane vissute attorno alla parità, l’euro riesce a scavallare con decisione la soglia di 1,01 rispetto al dollaro ().
La spinta alla valuta unica arriva da diversi fronti. Anzitutto la mossa recente della BCE, che settimana scorsa ha varato un maxi aumento di 75 punti base del costo del denaro. La Eurotower ha inoltre fatto intendere di essere pronta a mosse ulteriormente aggressive per combattere l’inflazione (lo ha ribadito il presidente della Bundesbank Joachim Nagel nel fine settimana). Questo è un segnale che la situazione economica del continente non è poi così drammatica come si temeva, e che uno spazio di manovra per la BCE ancora esiste.
In secondo luogo, la minitregua del rally del gas – sceso di nuovo sotto 200 euro – ha ridato un po’ di ottimismo sul fronte della crisi energetica.
Infine, la notizia che le forze ucraine hanno ripreso alcune aree chiave nella regione di Kharkiv, fa sperare che la fine del conflitto possa essere più vicina.
Il cambio è arrivato a toccato 1,015, il massimo dal 17 agosto.
La corsa dell’euro è propiziata anche dal rimbalzo del dollaro, che dopo un lungo rally sta tirando il fiato (il è sceso lunedì verso 108,1, ritirandosi ulteriormente dai massimi di 20 anni).
Il mercato ha prezzato da tempo una stretta della FED di 75 punti base, ma il dato sull’inflazione a stelle e strisce in uscita domani potrebbe anche fa rivedere questa posizione.
L’IPC statunitense previsto dovrebbe diminuire dall’8,5% di luglio all’8,1% di agosto: un dato peggiore favorirebbe il nuovo sprint del dollaro, un dato meno pesante invece potrebbe acuirela discesa del biglietto verde.