Mossa molto aggressiva della Riksbank svedese, che ha aumentato il suo tasso di interesse di 100 punti base, portandolo così all’1,75%.
La stretta (così feroce non c’era da tre decenni) è andata oltre le aspettative, che erano per un aumento di 75 punti base. Inoltre la Riksbnak ha e segnalato che il tasso continuerà a salire per i prossimi sei mesi. La previsione per il tasso di riferimento di fine anno è stata rivista al rialzo per avvicinarsi al 2,25%.
Alla base dell’aggressività della banca centrale (che già era reduce da due aumenti consecutivi dei tassi), c’è la volontà di combattere l’inflazione che attualmente è al massimo da oltre 30 anni.
Il tasso di inflazione annuale in Svezia è arrivato infatti al 9,8%, come non si vedeva dal giugno del 1991. I prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che sono balzati del 14%, il massimo dal febbraio 1984.
Secondo la Riksbank, l’inflazione dovrebbe raggiungere una media dell’8,6% durante quest’anno e dell’8,5% nel 2023, entrambi rivisti nettamente al rialzo.
La banca centrale vuole anche sostenere la corona svedese, che si avvicina ulteriormente al minimo storico a quota 11.05 (toccato nel 2001) rispetto al dollaro. Il cambio infatti ha raggiunto quota 10,8.
Tra le valute principali, la corona è la seconda peggiore quest’anno, in calo di quasi il 20% rispetto al biglietto verde e del 5% rispetto all’euro ().
La banca centrale evidenzia inoltre il rallentamento dell’economia, poiché le famiglie rimandano i consumi a causa degli elevati costi energetici.
In Svezia intanto le vendite al dettaglio sono diminuite a luglio, il terzo mese consecutivo di cali. Inoltre, i PMI di agosto hanno mostrato che l’attività delle fabbriche è cresciuta meno da aprile 2019 e la fiducia delle imprese è peggiorata al minimo di 17 mesi.