Continua la fase di “congelamento” del settore crypto. I movimenti delle maggiori valute digitali continuano ad essere contenuti su scala settimanale, e di fatto i prezzi non si sono mossi dal punto in cui erano crollate all’indomani dello scandalo/bancarotta FTX.
Se consideriamo la Top20 delle criptovalute, le uniche due ad aver avuto movimenti più sostanziosi nell’ultima settimana sono state (+29%) e (+10%).
C’è una comprensibile diffidenza nei confronti del settore, e questo frena gli investitori. Anche perché l’incertezza domina la scena anche a livello globale. In primo luogo riguardo alle banche centrali, che si avvicinano alla fine del ciclo di strette monetarie, anche se non si sa con precisione quando.
Una volta che la Fed e le altre banche centrali smetteranno di alzare i tassi di interesse chiave, il settore delle criptovalute potrebbe trarne beneficio.
Il è fermo nell’area dei 16 mila e non riesce a spingersi oltre e riguadagnare stabilmente i 17 mila. La notizia positiva è che le cosiddette “balene” negli ultimi giorni sono tornate ad accumulare.
Intanto arriva un attacco frontale da parte della BCE. In un articolo sul blog della banca centrale, si legge che del tracollo di dai massimi storici (69mila) agli attuali livelli di prezzo (meno di 17mila), e che questo tentativo di rimanere agganciato a tale soglie somiglia a “un ultimo sussulto prima di avviarsi all’irrilevanza“.
Magari non la pensano così in Brasile, dove è stato appena approvato un disegno di legge che regola l’uso di e le altre criptovalute come metodo di pagamento ufficiale.