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FED avanti per la sua strada contro l’inflazione: nessun allentamento prematuro

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Pubblicati i verbali dell’ultimo meeting: orientamento politico restrittivo fino a quando non si avrà la certezza che l’inflazione sta scendendo verso il 2%

La FED continua a prevedere che serviranno aumenti del tasso di interesse, e che sarà necessario mantenere un orientamento politico restrittivo fino a quando i dati in arrivo non daranno la certezza che l’inflazione non sia su un percorso discendente sostenuto al 2%.

E’ quanto emerge dai verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria della FED, relativi alla riunione di dicembre scorso.
In quel meeting la Federal Reserve ha aumentato il tasso di 50 punti base, portandolo al 4,25%-4,5%, spingendo i costi di finanziamento a il livello più alto dal 2007. Si è trattato del settimo aumento consecutivo dei tassi, dopo quattro aumenti consecutivi di tre quarti di punto.

I verbali del FOMC hanno anche mostrato che diversi partecipanti hanno evidenziato che l’esperienza storica mette in guardia contro un allentamento prematuro della politica monetaria, alla luce del livello persistentemente elevato dell’inflazione.
Inoltre, nessun partecipante ha dichiarato che sarebbe stato opportuno iniziare a ridurre l’obiettivo del tasso sui fondi federali nel 2023.


Intanto gli investitori digeriscono anche una serie di dati economici. Le aperture di lavoro negli Stati Uniti sono leggermente diminuite a 10,5 milioni a dicembre, ma sono rimaste a livelli considerevolmente elevati, suggerendo che i salari continueranno a salire mentre le aziende cercano di attrarre lavoratori. Allo stesso tempo, l’ISM Manufacturing PMI è sceso per il secondo mese consecutivo a 48,4 nel dicembre 2022, il minimo da maggio 2020, aumentando le preoccupazioni per la salute della più grande economia mondiale.

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