Il dato sull’inflazione giapponese spinge il rendimento dei titoli di Stato e indebolisce lo Yen, con il cambio che risale oltre quota 132.
I prezzi al consumo di base a Tokyo sono aumentati del 4% annui a dicembre, superando le previsioni del 3,8% e raddoppiando l’obiettivo della banca centrale del 2%.
Anche se gli investitori vedono sempre più necessario che la banca centrale giapponese cambi la sua rotta di politica monetaria, finora sempre ultra-espansiva, il governatore della BOJ Haruhiko Kuroda continua a negare le speculazioni di un’inclinazione più aggressiva in futuro.
La BoJ ha sorpreso i mercati lo scorso 20 dicembre, quando ha aumentato il limite massimo della sua fascia di tolleranza sui titoli di stato decennali dallo 0,25% allo 0,5%, alimentando così la speculazione su di un cambiamento nella politica monetaria da aprile, quando il capo Kuroda andrà in pensione.
Da allora i rendimenti obbligazionari sono aumentati, spingendo la banca centrale a condurre operazioni di acquisto di titoli di emergenza per domare la svendita di titoli.
Dopo il dato sui prezzi, il rendimento del titolo a 10 anni è salito allo 0,5% a gennaio, un livello che non si vedeva dal luglio del 2015, e ha raggiunto il limite superiore della banda politica della Banca del Giappone tra meno 0,5% e 0,5%.
Tra gli investitori si fa largo l’ipotesi che la BoJ possa allentare ulteriormente il suo limite alla prossima riunione politica di questo mese.
Intanto il cambio risale oltre quota 132, allontanandoli dal minimo di sette mesi toccato a inizio gennaio. La ripresa della valuta giapponese è stata provocata dalla debolezza del dollaro, sulle aspettative di una Federal Reserve meno aggressiva in futuro.