Come ci si aspettava, la Federal Reserve aumenta i tassi di interesse di 25 punti base portandoli al 4,50-4,75%. La banca centrale rallenta quindi il ritmo delle strette, dopo alcuni interventi tra 50 e 75 pb. L’attuale livello del costo del denaro è il massimo dal 2007.
Da marzo 2022, la Fed ha aumentato i tassi di interesse otto volte, inclusi quattro aumenti consecutivi di 0,75 punti percentuali.
Il FOMC prevede che ci saranno altri aumenti “per raggiungere un orientamento di politica monetaria sufficientemente restrittivo da riportare l’inflazione al 2% nel tempo“, ma Powell non esclude che il tono si faccia più morbido “se l’inflazione scenderà molto più velocemente“.
Secondo la FED l’economia rimane ancora solida, i guadagni di posti di lavoro sono stati robusti e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. Tuttavia, l’inflazione (che lo scorso anno è salita al ritmo più alto degli ultimi decenni) resta alta, anche se “è leggermente diminuita“.
Dopo il meeting, il presidente Jerome Powell ha detto che per consentire al governo federale di adempiere ai suoi obblighi l’unica strada è quella di alzare il tetto del debito, e non si può pensare che lo faccia la Federal Reserve, “che non può proteggere l’economia dagli effetti di un default“.
I mercati hanno reagito penalizzando il biglietto verde, mentre Wall Steet è salita. Il ha perso quota fino a 101,1. Nelle parole di Powell viene infatti vista una apertura a un eventuale taglio dei tassi quest’anno, se l’inflazione scenderà velocemente.
Il cambio è intanto salito, avvicinandosi a quota 1.10, su livelli mai visti dall’aprile dello scorso anno.
Domani tocca al meeting della BCE, che si prevede manterrà una retorica da falco e consegnerà un aumento del tasso di 50 punti base.