Non sono giunte sorprese da Pechino. La People’s Bank of China (PBoC) ha lasciato invariato il tasso di riferimento sui prestiti bancari (Loan Prime Rate) alle imprese e alle famiglie al 3,65% a un anno, e 4,3% a cinque anni. Si tratta del sesto mese consecutivo di conferma.
I mercati davano per scontata questa mossa, dopo che la PBoC ha mantenuto stabile il suo principale tasso ufficiale all’inizio del mese.
A spingere le autorità monetarie in questa direzione sono i segnali confortanti che giungono dall’economia cinese, specialmente dopo la riapertura post-Covid avvenuta a inizio anno. La spesa nei settori dei viaggi, dell’ospitalità e di altri servizi è andata in forte aumento nelle ultime settimane.
Tuttavia, molti economisti si aspettano che quest’anno la PBoC abbassi i tassi sui prestiti per aumentare la domanda interna, grazie ad una liquidità sufficiente.
A inizio settimana il cambio tra dollaro e Yuan () si è mosso poco. Il rapporto resta su 6.86, ma settimana scorsa la valuta cinese è stata messa sotto pressione, dopo che la PBOC ha iniettato più liquidità nel sistema finanziario (pur mantenendo invariato al 2,75% il tasso di prestito a medio termine a un anno).
Inoltre, i dati economici statunitensi più forti del previsto e le osservazioni aggressive dei politici statunitensi hanno rafforzato le aspettative che la Federal Reserve avrebbe continuato ad aumentare i tassi di interesse per domare l’inflazione, pesando ulteriormente sullo yuan.