Dopo sette aumenti consecutivi dei tassi di interesse realizzati a partire dall’aprile 2022, che avevano portato il livello dei tassi al massimo dal novembre 2008, la Bank of Korea (BoK) ha mantenuto invariato il costo del denaro al 3,5% nel meeting di febbraio, in linea con il consenso del mercato.
La decisione si giustifica con un cambio di focus da parte della banca centrale. Se prima l’attenzione era sul contenimento dei prezzi, adesso il consiglio vuole dare sostegno all’economia, perché la crescita interna ha continuato a rallentare, tra l’indebolimento dei consumi privati e il calo delle esportazioni.
Secondo la BoK l’attività economica dovrebbe migliorare gradualmente dalla seconda metà del 2023, grazie alla ripresa della Cina e del settore IT. Quest’anno, la crescita del PIL dovrebbe essere dell’1,6%, leggermente inferiore alla previsione di novembre dell’1,7%.
Nel frattempo, l’inflazione complessiva del 2023 dovrebbe essere del 3,5%, inferiore a una precedente previsione del 3,6%.
Il consiglio di politica monetaria ha evidenziato che le prossime mosse dipenderanno del rallentamento dell’inflazione, dai rischi al ribasso e dai rischi per la stabilità finanziaria, nonché dagli effetti dell’inasprimento e dai cambiamenti geopolitici.
Sul fronte monetario, il won coreano ha recuperato un po’ di terreno rispetto al dollaro (), scambiando a circa 1.300, ma resta comunque in prossimità del livello più debole dal 19 dicembre.
Negli ultimi tempi la valuta coreana si è indebolita perché sono riprese le scommesse su una FED che sarà ancora aggressiva sul fronte monetario.
