Nella riunione di giovedì 21 marzo, la banca centrale svizzera (Snb) ha alzato i tassi dello 0,5% all’1,5%, dopo una mossa simile fatta a dicembre. Il costo del denaro sale così ai massimi dal novembre 2008.
Secondo l’istituto elvetico la decisione è necessaria per contrastare la pressione sull’inflazione, che è salita di nuovo a sorpresa. La banca centrale vede ora un’inflazione media annua al 2,6% per il 2023 (rispetto alle precedenti proiezioni del 2,4%) e al 2,0% per il 2024 (da 1,8%).
La banca centrale ha anche affermato che non è possibile aumentare ulteriormente il tasso ufficiale per garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine. Per garantire condizioni monetarie adeguate, la Banca nazionale rimane disposta ad operare sul mercato dei cambi se necessario.
Dopo le decisioni della SNB e quella della FED di ieri sera, il franco svizzero si è rafforzato. Il cambio USDCHF è sceso sotto 0,92, avvicinandosi al massimo di sei mesi toccato nelle scorse settimane.
Negli ultimi giorni il franco svizzero è stato sotto pressione a causa della vicenda Credit Suisse, che ha costretto la banca a concedere un prestito fino a 50 miliardi di svizzeri franchi al secondo istituto privato nazionale, che si fonderà con UBS.