Per il momento non riesce ancora l’assalto del prezzo dell’ a quota 2000 dollari l’oncia. Dopo essersi timidamente affacciato oltre questa durante il mese di marzo, il gold metal ci rimane solo vicino. Si tratta del livello più alto da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.
Il metallo prezioso chiude questo mese con un fortissimo guadagno, circa l’8%, spinto da una serie di fattori economici e dalle turbolenze del settore bancario.
La crisi di alcune banche (innescata dal fallimento della Silicon Valley Bank) e il timore di un effetto contagio, ha stimolato con forza la domanda di beni rifugio questo mese perché hanno alimentato i timori di una recessione economica.
Al tempo stesso, gli investitori sono sempre più convinti che il ciclo di insaprimento dei tassi di interesse ormai ha raggiunto il picco (o quasi), sia perché le pressioni inflazionistiche si stanno allentando, sia perché le principali banche centrali non possono più spingere troppo perché devono evitare una crisi bancaria più ampia.
Le aspettative accomodanti per la Federal Reserve hanno sostenuto il prezzo dell’, mentre il calo del dollaro (l’Index è sceso di circa 1 punto percentuale a marzo) ha ulteriormente favorito il rialzo del prezzo del metallo prezioso.