Per l’ottava riunione consecutiva, la People’s Bank of China (PBoC) ha lasciato invariato il tasso di riferimento sui prestiti bancari (LPR) alle imprese e alle famiglie.
Il Loan Prime Rate a un anno rimarrà al 3,65%, mentre quello a cinque anni (riferimento per i mutui) al 4,3%, al fine di sostenere la debole domanda di prestiti per la crisi del real estate.
Si tratta di una mossa ampiamente attesa dal mercato, dopo che lunedì la PBoC ha mantenuto stabile il suo tasso ufficiale a medio termine al 2,75% all’inizio della settimana.
L’economia cinese è tornata a marciare dopo il ritiro della maggior parte delle misure anti-COVID lo scorso dicembre. E’ cresciuta del 4,5% su base annua nel primo trimestre del 2023, accelerando da un aumento del 2,9% nel quarto trimestre. La lettura della crescita del PIL è stata la più forte dal primo trimestre del 2022 e ha superato le stime di mercato del 4%.
La PBoC sta seguendo un percorso di contenimento o taglio dei tassi, opposto rispetto a quanto sta accadendo a livello mondiale per combattere l’inflazione, per rafforzare il sostegno alla liquidità, rinnovando i prestiti a medio termine in scadenza con offerte di liquidità più elevate.
Sul fronte valutario, la decisione della PBoC non ha avuto impatto sullo Yuan cinese, che è scambiato a circa 6,89 per dollaro (USDCNH). Va detto che il dollaro ha riconquistato un po’ di vigore, dopo l’aumento delle aspettative del mercato per un aumento dei tassi di interesse a maggio da parte della FED.
