Dopo la mossa a sorpresa di ieri da parte della RBA australiana, ne arriva un’altra oggi da parte della Bank of Canada.
L’istituto centrale canadese ha infatti inaspettatamente alzato il tasso di interesse di 25 pb portandolo al 4,75%, dopo aver interrotto la campagna di inasprimento nelle due riunioni precedenti.
Il costo del denaro raggiunge così un livello che non si vedeva da 22 anni, poiché i policy makers canadesi hanno ritenuto che la politica monetaria non sia stata sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione in modo sostenibile verso l’obiettivo del 2%.
Sono aumentate le preoccupazioni che questa corsa dell’inflazione possa radicarsi nell’economia al di sopra dell’obiettivo del 2%, poiché l’IPC annuo è salito al 4,4% ad aprile, il primo aumento in 10 mesi.
La banca centrale continuerà a valutare la dinamica dell’inflazione core e le prospettive per l’inflazione CPI e rimane risoluta nel suo impegno a ripristinare la stabilità dei prezzi per i canadesi.
La decisione della BoC ha spinto il dollaro canadese. Il cambio è sceso a 1,336, toccando anche il minimo di due mesi.
A sostenere il loonie c’è anche la ripresa del prezzo del petrolio, rimbalzati dai minimi recenti.
Intanto risale anche il rendimento del titolo di Stato canadese a 10 anni, balzato di oltre 12 punti base per avvicinarsi al massimo di tre mesi del 3,4%.
