Proprio sul finire della settimana il petrolio è riuscito a rialzarsi, strappando verso l’alto con due ottime sedute.
Il si è così riportato oltre i 76 dollari al barile, mentre il sale oltre 71.
Lo slancio al prezzo è arrivato dai tagli dei tassi di interesse in Cina e dalla pausa nel ciclo di inasprimento della Federal Reserve statunitense, che hanno rafforzato le prospettive della domanda nei due maggiori consumatori di petrolio del mondo.
L’Agenzia internazionale per l’energia ha affermato nel suo ultimo rapporto mensile che la domanda globale di petrolio aumenterà del 6% tra il 2022 e il 2028.
Il mercato ha ricevuto una spinta anche dal forte calo del dollaro, che è inversamente correlato a e in quanto un biglietto verde più debole rende il petrolio più economico per i detentori di altre valute, e aumenta la propensione al rischio nei mercati.
Tuttavia resta sullo sfondo un clima di cautela, dal momento che alcuni dati economici cinesi sono stati deboli e ci sono altre banche centrali (come la BCE) che ancora aumentano i tassi di interesse, offuscando così le prospettive.