E’ stata una settimana terribile per il dollaro, spinto al ribasso dai recenti dati sull’inflazione e dalla convinzione che la FED stia per fermare definitivamente il ciclo di strette.
Così, mentre il rendimento dei Treasuries a 10 anni è sceso a 3,78%, vicino a livelli che non si vedevano dalla fine di giugno, il si è affacciato sotto la soglia psicologica di 100 venerdì, scendendo ai livelli più bassi degli ultimi 15 mesi.
(fonte grafica: piattaforma di investimento )
Dopo il report sui prezzi negli USA, è cresciuta la convinzione degli investitori che la Federal Reserve si stia avvicinando alla fine del suo attuale ciclo di inasprimento della politica monetaria, cosa che chiaramente indebolisce il .
Ci sarà un rialzo dei tassi nel meeting in programma a fine luglio, ma poi non dovrebbero esserci altri ritocchi fino a fine anno, sebbene diversi funzionari (tra cui il presidente Powell) abbiano sostenuto un altro aumento dei costi di prestito oltre luglio.
Addirittura c’è chi ritiene che la FED possa cominciare anche con i tagli al costo del denaro durante l’ultima parte del 2023.
Questo scenario ha finito per penalizzare il dollaro, che è sceso ai minimi di oltre un anno contro l’euro () e la sterlina ().
Intanto il , dopo il rimbalzo sulla EMA50 di qualche giorno fa, ha continuato a scendere fin sotto la soglia di 100.
(fonte grafica: piattaforma di investimento )
Proprio la soglia di 100 euro è il primo scoglio da recuperare per i rialzisti, ma per esserci una ripresa più credibile (che non sia solo frutto delle fisiologiche prese di profitto) occorrerà vedere un consolidamento oltre la resistenza statica a 100,7-100,8.
Al ribasso invece, il prossimo supporto è su quota 97,7, ossia i minimi di marzo 2022. Se questo impulso ribassista dovesse scendere sotto questa soglia, gli scenari per il biglietto verde si farebbero davvero cupi.
Buon trading!