I dati sull’occupazione danno una prima idea chiara degli effetti del Covid-19 negli USA, e contribuiscono a indebolire ulteriormente il dollaro.
Il Dipartimento del Lavoro Usa ha evidenziato il balzo delle richieste di sussidi di disoccupazione, che sono giunte a 3,2 milioni, molto peggio delle aspettative (1,5 milioni). si tratta del dato più alto di sempre (o meglio, da quando sono cominciate le rilevazioni).
E’ chiaro che l’aumento di richieste di sussidi è legato alla diffusione del coronavirus negli USA, non a caso il maggior numero di domande è giunto proprio dalle zone maggiormente colpite dall’epidemia.
Come sappiamo la FED e il Congresso (dopo una prima fase in cui hanno snobbato il problema) si sono già attivati mettendo in campo misure spaventosamente grandi per stimolare l’economia a stelle e strisce, dando aiuti alle imprese in difficoltà e alle famiglie.
I mercati penalizzano il biglietto verde
La reazione dei mercati ai dati sul lavoro è stata forte. Mentre la Borsa viaggia spedita e i future sugli indici statunitensi hanno evidenziato un movimento positivo, il dollaro è sceso ancora di più.
Il biglietto verde stava già vivendo un’altra giornata debole prima del rilascio dei dati, che hanno ampliato la caduta.
Il DollarIndex scende a minimi settimanali sotto quota 100.
Il cambio EURUSD si muove al rialzo per il quarto giorno consecutivo, ed è tornato oltre 1,10 soglia psicologica che negli ultimi mesi aveva funto spesso da supporto (fonte grafica broker ).
Il biglietto verde perde ancora quota contro lo Yen giapponese. Il cross USDJPY dopo aver toccato un massimo oltre quota 111, ha finito poi per scendere ben al di sotto di 110.
Stesso copione rispetto all’altra valuta rifugio, il franco svizzero. Il cross USDCHF infatti scivola di oltre un punto percentuale a quota 0,965.