Per il terzo meeting consecutivo, l’ultimo sotto la guida del governatore Philip Lowe, la Reserve Bank of Australia ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro al 4,1%, come si aspettavano gli esperti di mercato.
Una decisione che ha ulteriormente pesato sul dollaro australiano, che scivola sui minimi di novembre rispetto a quello americano ().
Nonostante l’inflazione ancora elevata, il timore di una hard landing ha spinto la banca centrale a rimanere prudente. Per adesso il comitato ha scelto di rimanere a guardare, in attesa dei prossimi dati macro su crescita e inflazione. Tuttavia la RBA ha preannunciato ulteriori interventi nei prossimi meeting, allo scopo di riportare l’inflazione nell’intervallo target del 2-3% in un arco di tempo ragionevole.
Secondo la banca centrale l’inflazione è già in discesa rispetto al suo picco, ma rimarrà oltre il target ancora per molto tempo. Si aspetta che l’inflazione scenda intorno al 3,25% entro la fine del 2024, per riportarsi all’interno della fascia target 2-3% alla fine del 2025.
Nel frattempo preoccupa la tenuta dell’economia, dopo che gli ultimi dati hanno mostrato una nuova contrazione ad agosto, quando è stato registrato il calo più marcato in otto mesi. Secondo la RBA la debolezza economia continuerà ancora per un po’.
Dopo il meeting della RBA, il dollaro australiano è uscito parecchio penalizzato, anche per via della forza del dollaro USD.
Il cambio è precipitato a 0,637 dollari, scivolando ai livelli più bassi di circa 10 mesi.
Si sta concretizzando quello che vi avevamo già detto nelle scorse settimane: il pattern DOPPIO MASSIMO vicino al breakout faceva ipotizzare un brusco calo, che dopo aver infranto i minimi annuali ha spinto l’ ancora più in basso, verso il target del doppio massimo.