Continua il fiume di dati macroeconomici che deludono le aspettative. L’ultimo in ordine di tempo giunge dal Giappone, dove il PIL è cresciuto anche nel secondo trimestre, ma meno del previsto.
Questo non ha giovato allo Yen, che continua a indebolirsi rispetto al dollaro () e rimane sui livelli più bassi in 10 mesi.
L’economia giapponese è cresciuta dell’1,2% nel secondo trimestre, rispetto a una lettura flash di +1,5%. Questo è stato il secondo trimestre consecutivo di crescita, ma leggermente inferiore alle previsioni del mercato (+1,3%).
Inoltre il PIL giapponese è cresciuto ad un tasso annualizzato del 4,8%, rispetto al +6% comunicato in precedenza e al +5,5% previsto dal consensus degli analisti. Peraltro l’espansione è quasi interamente dipendente dalla domanda estera.
E’ stato anche comunicato il dato negativo relativo al trend dei salari reali, barometro del potere di acquisto dei consumatori giapponesi. A luglio sono scesi per il 16esimo mese consecutivo, al -2,5% (in accelerazione rispetto al -1,6% di giugno).
Questi numeri blindano ulteriormente la politica monetaria estremamente accomodante della Bank of Japan, come ha confermato il membro del consiglio Junko Nakagawa.
L’istituto però non esclude alcuna opzione sui mercati valutari, in risposta al forte deprezzamento dello yen. Il cambio infatti si è nuovamente avvicinato a quota 148, e resta in orbita dei massimi di 10 mesi.
La valuta nipponica è stata penalizzata negli ultimi mesi dalla forte divergenza rispetto alla politica monetaria della FED, visto che la BoJ è stata l’unica banca centrale a mantenere un approccio accomodante anche durante la pandemia.