Nuovo aumento del costo del denaro in Russia. LA CBR ha infatti aumentato il tasso di interesse di riferimento di 100 punti base, portandolo al 13%. Si tratta di una mossa attesa dai mercati finanziari, che porta il totale delle strette a 450 punti base da metà agosto.
La banca centrale ritiene che le pressioni inflazionistiche rimarranno ancora elevate, perché la domanda interna è superiore alla capacità produttiva (a causa della minore forza lavoro provocata dalla guerra). Questi squilibri hanno giustificato l’aumento dei tassi, per prevenire aumenti insostenibili delle aspettative di inflazione.
Per questo la CBR ha anticipato che valuterà la fattibilità di ulteriori aumenti dei tassi in base ai dati economici in arrivo.
La previsione delll’istituto per l’inflazione a fine anno è 6-7%, mentre l’ultima volta è stata vista al 5,2%. Sull’andamento dei prezzi sta pesando anche l’indebolimento del rublo, che è precipitato del 30% negli ultimi mesi.
Nonostante la stretta della Banca di Russia, il cambio USDRUB è salito ancora a 96,5, avvicinandosi di nuovo al massimo di 17 mesi a quota 100 che venne toccato il 14 agosto.
Per sostenere il Rublo, sono aumentate le vendite di valuta estera da parte della banca centrale a metà settembre. Ma con i funzionari riluttanti a inasprire le restrizioni sui capitali, la banca centrale ha poche opzioni oltre all’aumento ulteriore dei tassi. Alcuni analisti ritengono che ci saranno altre strette per circa 100-200 pb in futuro.