Al termine del primo meeting sotto la guida del nuovo governatore Michele Bullock, la Reserve Bank of Australia ha mantenuto invariato il tasso di interesse al 4,1%, come avevano previsto i mercati.
Tuttavia il dollaro australiano ha reagito male, scivolando in picchiata rispetto all’omologo americano (AUDUSD sotto 0,63).
Per il quarto meeting consecutivo, quindi, l’istituto centrale australiano ha congelato il livello dei tassi. Tuttavia ha evidenziato che l’inflazione rimane ancora molto elevata e lo resterà a lungo, per cui non esclude un’ulteriore stretta in futuro per riportare l’inflazione nell’intervallo obiettivo compreso tra il 2% e il 3% alla fine del 2025.
Tutto dipenderà dai dati economici che arriveranno.
L’istituto centrale evidenzia che l’economia australiana ha marciato meglio del previsto nel primo semestre del 2023, anche se il momento rimane difficile tanto per venti contrari in patria quanto per quelli esteri, in particolare dalla Cina che è un partner commerciale molto importante.
Dopo il meeting della RBA, il dollaro australiano si è indebolito sotto 0,635 dollari, avvicinandosi ai minimi di 11 mesi.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Neppure la recente divergenza prezzo-RSI ha invertito la rotta discendente dell’Aussie, che potrebbe trovare un supporto statico a quota 0,628, mentre il successivo sarebbe a 0,620.
Il dollaro australiano ha dovuto affrontare una forte pressione da parte del biglietto verde, poiché i solidi dati economici statunitensi hanno rafforzato l’idea che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo (ma la banca centrale USA ha segnalato un altro rialzo dei tassi quest’anno e meno tagli nel 2024).
