La pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria della FED non ha cambiato granché lo scenario attorno al dollaro. Il biglietto verde infatti guadagna qualcosina, ma resta sempre in una fase di fiacchezza.
I verbali del meeting dello scorso 1 novembre, quando la FED ha deciso di lasciare invariato il tasso dei fondi federali al massimo degli ultimi 22 anni, pari al 5,25%-5,5%, evidenzia che i partecipanti hanno convenuto che la Fed è nella posizione di procedere con cautela, e che le decisioni politiche in ogni riunione continueranno a basarsi sulla totalità delle informazioni in arrivo.
I membri del Fomc hanno evidenizato la possibilità di altre strette qualora le informazioni indicassero che i progressi verso l’obiettivo di inflazione sono insufficienti. Tuttavia, va rimarcato che dopo questo meeting i datti sull’inflazione sono stato molto positivi, anche più del previsto. Rimane però il fatto che l’inflazione resta ancora al di sopra dell’obiettivo di lungo termine del 2%, per cui almeno per alcuni mesi è da escludere che la FED possa pensare al taglio dei tassi.
I verbali del Fomc non hanno mosso granché il mercato. Il è risalito fino a 103,7, rimbalzando dai livelli più bassi dalla fine di agosto. Il cambio rimane intanto oltre 1,09, mentre il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni si è attestato intorno al 4,44%, non lontano dal minimo degli ultimi due mesi.