Con una maggioranza di 6 voti a favore e 3 contrari, la Bank of England ha votato per mantenere il tasso di interesse di riferimento 5,25% per la terza volta consecutiva (al livello massimo da 15 anni), allineandosi con gli sforzi dei politici per combattere l’inflazione, anche di fronte di segnali che indicano un deterioramento del panorama economico.
I tre membri “contrari” avrebbero voluto una nuova stretta di 25 punti base, giustificando la posizione con il mercato del lavoro relativamente ristretto e le prove di persistenti pressioni inflazionistiche.
La banca centrale britannica ha sottolineato che molto probabilmente bisognerà tenere i tassi alti per un lungo periodo, evidenziando anche la potenziale necessità di un ulteriore inasprimento qualora persistessero pressioni inflazionistiche persistenti.
Nonostante queste affermazioni, le previsioni degli investitori prevedono un calo dei tassi di interesse nel Regno Unito il prossimo anno. Tuttavia, il mercato ritiene che il primo taglio avverrà a giugno, invece che a maggio.
La riunione della BoE non ha impedito alla sterlina britannica di continuare la marcia al rialzo sul dollaro, con il cambio che è salito oltre la soglia di 1,27, livello più alto dalla fine di agosto. Infatti i segnali aggressivi della Banca d’Inghilterra hanno coinciso con la svolta accomodante della Federal Reserve.
Intanto il rendimento dei Gilt a 10 anni del Regno Unito è crollato al 3,7%, segnando il punto più basso dall’11 maggio, prima di recuperare quota in seguito.