L’andamento dell’inflazione in Svizzera alimenta le aspettative che la BNS rimarrà ancora aggressiva per un po’ di tempo, spingendo così il franco svizzero che prende quota rispetto al dollaro Usa.
A dicembre il tasso annuo di inflazione è salito all’1,7%, rispetto all’1,4% del mese precedente. Il dato risulta superiore alle aspettative di mercato, che erano per una crescita fino all’1,5%. Le principali pressioni al rialzo sono arrivate dai prezzi dell’edilizia abitativa e dell’energia (3,3% contro 3,2%), e dal rimbalzo dei beni e dei servizi per la casa (0,5% vs -0,2%). Anche l’inflazione alimentare è salita al 3,3%.
Su base mensile i prezzi al consumo sono rimasti invariati, dopo il calo dello 0,2% registrato a novembre. Nel frattempo, il tasso di base, che esclude le voci volatili come gli alimenti non trasformati e l’energia, è salito all’1,7% rispetto al precedente 1,4%.
Il report sui prezzi al consumo, benché più elevato delle previsioni degli analisti, è rimasto comunque entro le previsioni di base della BNS.
Come detto, questo scenario fa ritenere più probabile che la banca centrale dovrà rinviare i tagli al costo del denaro più in là, contrapponendosi invece alla convinzione che la FED possa cominciare il ciclo di allentamento monetario già a marzo.
Per questo il franco svizzero è sceso sotto 0,85 per dollaro, rimanendo relativamente vicino al massimo di 12 anni di 0,83 toccato il 29 dicembre. Nel giro degli ultimi due mesi, la valuta elvetica ha guadagnato circa il 15% rispetto al biglietto verde americano.