L’economia britannica si dimostra più robusta del previsto, ma questo non attenua il rischio di scivolare in recessione. Intanto la sterlina è stabile rispetto al dollaro, nel contesto di una giornata generalmente poco mossa sul fronte dei cambi.
I dati pubblicati venerdì hanno rivelato che l’economia britannica è cresciuta dello 0,3% a novembre, riprendendosi dal calo dello 0,3% di ottobre e battendo le previsioni del mercato di un aumento dello 0,2%. Si tratta della crescita del PIL più forte in cinque mesi, guidata da un aumento dello 0,4% nella produzione di servizi.
Nel frattempo, la produzione è aumentata dello 0,3%, segnando il primo aumento da giugno 2023, guidata dal settore manifatturiero (0,4%). Considerando i tre mesi terminanti a novembre, il PIL del Regno Unito si è ridotto dello 0,2%.
Questi report non spostano granché la pressione sulla Bank of England. Il governatore Andrew Bailey, rivolgendosi mercoledì al parlamento britannico, ha rassicurato sottolineando la resilienza dei consumatori e dell’economia britannica nel suo complesso di fronte al rapido aumento dei tassi di interesse.
La sterlina britannica si è così mantenuta al di sopra di 1,275 dollari, rimanendo vicina al suo livello più forte dal 27 dicembre, perché giovedì l’inflazione statunitense più elevata del previsto ha smorzato le aspettative di un avvio anticipato dei tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Intanto il rendimento dei Gilt a 10 anni del Regno Unito è sceso al 3,8% dopo aver toccato il livello più alto in un mese.