L’inflazione nella Eurozona scende più del previsto, facendo un assist alla BCE per cominciare a tagliare i tassi di interesse prima dell’estate. Ma nonostante questo, l’euro recupera un po’ di terreno rispetto al dollaro Usd.
Secondo Eurostat, il tasso di inflazione nell’Eurozona è sceso al 2,4% su base annua a marzo, sul minimo di 28 mesi. Il dato è più basso delle aspettative del mercato (erano del 2,6%). Anche il tasso core, che esclude i prezzi alimentari ed energetici, è sceso al 2,9%, il punto più basso da febbraio 2022 e al di sotto delle previsioni del 3,0%.
Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,8% a marzo, dopo un aumento dello 0,6% a febbraio.
La frenata dei prezzi si ravvisa anche nei dati dei singoli Paesi: in Germania ha toccato il 2,2%, livello più basso dalla metà del 2021, in Francia ha toccato il minimo degli ultimi due anni.
La prospettiva di un taglio dei tassi BCE a giugno ha inizialmente frenato l’euro, perché negli ultimi giorni i solidi dati macro USA avevano aumentato le possibilità che la FED possa aspettare ancora un po’ di tempo prima di sforbiciare il costo del denaro.
Lo scenario è cambiato però dopo che l’ISM Services PMI statunitense ha mostrato un inaspettato rallentamento nella crescita dei servizi. Evidentemente l’economia americana è forte, ma non quanto emerso negli ultimi giorni. E così l’ipotesi che la FED tagli i tassi a giugno è tornata a prendere vigore, facendo perdere quota al dollaro.
Il cambio EURUSD è tornato così oltre la soglia di 1,08 dollari, allontanandosi dal minimo di 7 settimane di 1,075, toccato il 1° aprile.
Nel frattempo l’indice del dollaro è sceso a 104,3. Gli investitori adesso si concentreranno soprattutto sull’intervento (atteso in serata) del presidente della banca centrale americana, Jerome Powell, e sui dati sul lavoro (Non Farm Payrolls) che saranno resi noti venerdì.
